mercoledì 18 gennaio 2017

Io c'ero.

Con  le mani a crocchia dietro la testa, nella notte insonne, si sono riaffacciati fantasmi che credevo oramai scomparsi....
Ecco che,  mi ritrovo ragazzina fra le ragazzine nel buio di una festa nella casa di un compagno di scuola del quale aihmè, non ricordo nel il nome ne le fattezze d'allora e che non saprei riconoscere oggi.Quando era importante affermare che esistevamo con tutta la nostra caparbietà adolescenziale, a cavallo tra gli anni 60 e 70. Io non ho mai avuto padroni, io sono stata il vento, e la tempesta, ho spezzato ormeggi, ho infranto tabu', ho vissuto ogni attimo come fosse l'ultimo, sono stata porto e mare aperto, libeccio e tramontana, notte e giorno, serenità ed incazzatura....Sono stata primavera, e duro inverno.
Ora invecchio serena ed appagata, non c'è lido che voglia visitare, non c'è sentimento che non abbia sgretolato sulla mia corazza. Tante tacche, quante son le ferite riportate nei vari campi di battaglia, ho iniziato presto politicamente parlando con collettivi estraparlamentari di sinistra, agli albori della loro storia in quartieri dormitorio come ce ne sono tanti, in ogni città, in qualsiasi parallelo.
Sono gitana.
Nell'anima, non ho radici in nessun posto ma in tutti i posti mi sento a casa.
Prime lotte delle donne, tutte in piazza con le gonnellone fiorite,  gli zoccoli, le calze fatte a ferri dalla nonna, le borse di tolfa, e l'eschimo estate ed inverno come una medaglia appuntata sul petto.
Il rifiuto delle convenzioni, gia scritte perchè io femmina, il corredo!
I lavori donneschi.
Servire i maschi, come umili ancelle del focolare....
Prima rivoluzione domestica.
Ho già attraversato un lustro.
                                          Foto reperita sul web di Paola Agosti 08/03/77

Ma tutto è iniziato col buio di una sala da pranzo, in casa di un compagno di scuola, con un lento struggente, che scatenava le nostre pulsioni, così avvinghiati ci siamo giurati amore eterno, senza sapere che è eterno cio' che dura.
Ero troppo bambina per vivere senza inibizioni, come la mia natura comanda, ed ero troppo grande per far la bambina.
Movimento studentesco.
Non è che inizia, la Lotta Continua, uno dei tanti striscioni, ai mille cortei a cui presi parte.
La celere, le botte, le corse spericolate fra le vie di quella Roma sparita, che Trastevere incarnava in quegli anni. Hostarie dove te magnavi agnello a scotta dito e una fojetta de vino a pochi spiccioli che ora son diventati un cult, e che costano quanto mantenè i politici.
.....ma che centra col ricordo di quella sala da pranzo satura di baci e sudori, con le tapparelle abbassate, con la musica sparata a palla......immancabile il gioco della bottiglia, sulle nostre guance arrossate per il caldo, leggeri fremiti per la penitenza di turno!