venerdì 7 gennaio 2022

Il Natale della mia infanzia

Ricordo, che la casa non era follemente addobbata, come si usa fare oggi, l'albero spelacchiato rigorosamente finto, in un angolo del salotto, con sotto capanna e personaggi del presepe, il bambinello posto solo la notte di Natale, i Re Magi che arrivavano la notte dell'Epifania.

La tovaglia bianca  e rossa con improbabili ghirlande, di pungitopo e vischio, al massimo un centro tavola, confezionato da noi ragazzi, decorato con le pignette e la porporina, e una candela rossa in mezzo di quelle a tortiglione.

I regali mai scontati, erano quelli che avevamo espresso di desiderare molti mesi prima.

A me bambole, con le quali ho giocato fin da grande, che ho svestito e rivestito con abiti che confezionavo, a mio fratello macchinine, piste paraboliche, pochi dolciumi.

Gli zii regalavano pigiami, di quelli buoni, perchè non si sa mai si debba andare in ospedale..... le nonne elargivano regali di denaro.

Erano natali semplici, si mangiava tutti insieme, a casa della zia che era una rinomata brava cuoca, con l'apporto dello zio, non si sbriciolava niente in terra, altrimenti Marte (la zia ), scatenava la guerra.

Il pomeriggio si concludeva con tombolate con ricchi premi e cotillons.

Ci si rinfilavano i cappotti e via piedi a casa per smaltire la libagione del pranzo.

Erano semplici, a volte accompagnate da discussioni familiari, che noi ragazzi non amavamo, ma che silenziosamente sopportavamo, perchè non era in uso interrompere i genitori.

Certo non erano glamour , ma sicuramente caldi, accoglienti, fatte di abbracci e pizzicotti sulle guance, i Natali della mia infanzia.

 

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